mercoledì 3 ottobre 2012

Oca.exe

A volte mi chiedo se esista una ragione alla base della rappresentazione delle donne nelle pubblicità, ma soprattutto se magari io affronti tutto ciò con eccessivo spirito critico. Ma secondo me no.

Tipo.

Ultimo spot della ceretta Veet: otto squinzie in minigonna o shorts che gridano gioiose le qualità del dispositivo che scalda la cera e ti permette di depilarti "Senza complicazioni!". Ora. Dimmi, pulzella, che tipo di complicazioni vuoi incontrare nell'avventuroso mondo della cera?

Altro esempio. 

Il test di gravidanza. Da che esiste, il test consiste in uno stick con una finestrella e un tampone. Fai pipì sul tampone e nella finestrella compare una linea per dirti che hai fatto bene il test e un'altra linea se sei incinta. Mi sembra cristallino. Invece no. Nello spot del nuovo test si elogia la chiarezza del prodotto in questione che scrive "incinta" o "non incinta" nella finestra del risultato. 

Insomma, se uno arrivasse da Marte e si informasse sull'umanità attraverso la televisione, avrebbe l'impressione che le femmine di specie umana siano afflitte dai seguenti dilemmi: come prevenire e curare la cellulite, come riportare la vasca da bagno al bianco originale, come candeggiare le lenzuola bianche senza che si strappino, come mantenere disinfettato il pavimento anche dopo il passaggio di familiari maschi tornati da una spedizione nelle fogne, come riuscire a conciliare audizioni acrobatiche e sport estremi con la presenza del ciclo mestruale e soprattutto come mantenere una defecazione regolare ed efficace contro il gonfiore addominale.

Forse è una strategia post-reaganiana contro l'attacco alieno.

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