Giovedì, 3 Ottobre 2013.
Secondo giorno ad Aberdeen dopo la Sardegna. Piove. Ho
sfondato il muro psicologico dell’accensione del riscaldamento, per cui
suppongo sia arrivato l’inverno. Considerando che lunedì ho fatto l’ultimo
bagno in mare, non mi lamento. Stavolta
non ho notato nemmeno il solito straniamento linguistico rientrando dall’Italia,
forse perché stavolta sono rimasta davvero poco (cinque giorni), o forse sto
cominciando ad assimilare la nuova lingua. Le giornate si accorciano
velocemente, ormai (ma sarà anche colpa del brutto tempo) la mattina esco con i
lampioni ancora accesi, e il pensiero di non sapere fino a che punto sarà buio
mi fa attendere con una certa impazienza l’apice dell’inverno, per poter
finalmente dire a me stessa che non è poi così terribile. Oggi mi vedo con
Pilar, una ragazza colombiana conosciuta in parrocchia, che aspetta un bambino
(o bambina) per la fine del mese. Qui in
Scozia non dicono il sesso del nascituro neanche a chiederlo, pare a causa di
un processo vinto da una coppia a cui avevano dato l’informazione sbagliata.
Non è facile (ri)farsi un giro di amicizie, non lo è mai stato in nessuno dei miei trasferimenti, ma qui la barriera linguistica (e culturale) ha il suo peso, rendendo più difficile la confidenza e, quindi, più lento l'avvicinamento. A volte vado con il pensiero (o la fantasia) al prossimo viaggio, ma è una tentazione che cerco di arginare, perché penso che finché non riuscirò a stare nel Qui-e-ora non inizierò a mettere radici. Ieri ho finalmente messo nel loft tutte le scatole con gli utensili da cucina che ho trovato in casa: siccome uso i miei questi mi avanzavano, ma non trovavo il coraggio di salire in soffitta per la mia fobia dei topi, ma in qualche modo ce l'ho fatta, e ora il salotto sembra molto più grande, oltre che più ordinato.
Ecco, messaggio di Pilar: andiamo a vedere "Blue Jasmine", l'ultimo di Woody Allen...o bene bene o male male...
Stay tuned.
S